Lasciato il Monumento Ossario e tornati all’incrocio con la strada Dorsale, si svolta a destra e si prosegue per 400 metri fino all’incrocio con Via F. Baracca (a sinistra) dopo di che basterà seguire le indicazioni per arrivare al Sacello del Maggiore Baracca.
Nato a Lugo di Romagna (RA) nel 1888, figlio di una contessa e di un ricco uomo d’affari, F. Baracca frequentò l’Accademia Militare di Modena e nel 1910 fu assegnato al Reggimento di Cavalleria “Piemonte Reale”. Affascinato dalla nuova arma, l’aviazione, seguì un corso di pilotaggio in Francia ed in pochi mesi ottenne il brevetto. E’ del 25 Agosto 1915 la sua prima missione sul fronte Friulano, ma deve aspettare fino al 16 aprile 1916 per poter segnare il suo primo abbattimento, anche il primo nella storia della nostra aeronautica. Nel 1917 gli fu conferita la Med. D’Oro al valor militare: “Campione indiscusso di abilità e coraggio, sublime affermazione delle virtù italiane di slancio e di audacia”, l’asso dell’aria ebbe la meglio in 34 o forse 36 combattimenti, poi, il 19 giugno 1918 mentre infuriava la Battaglia del Solstizio sul Montello, la morte (in parte ancora avvolta nel mistero). La versione ufficiale dice che il Maggiore venne ucciso da un colpo sparato da terra, mentre mitragliava a bassa quota, mentre quella Austriaca parla dell’ abbattimento di Baracca da parte di un aereo ricognitore austriaco tipo Phoenix, secondo altre ipotesi, potrebbe essersi suicidato per non subire gli effetti di un incendio a bordo o per non cadere prigioniero.
Nel 1923 un giovane Enzo Ferrari ebbe l’occasione di conoscere i genitori dell’aviatore, dall’amicizia, nacque l’idea della Contessa Paolini di porre l’emblema del figlio disegnato sull’aereo, il cavallino rampante, sulle auto prodotte da Ferrari. Ma non proprio lo stesso: la coda del cavallino di Baracca è rivolta verso il basso, mentre quella della “Rossa” verso l’alto, una piccola differenza per due grandi personaggi.